Marzio Tricoli, prematuramnte scomparso il 18 febbraio 2003 all’età di 38 anni, è stato il brillante interprete della destra del dopo-Fiuggi, espressione di una nuova classe politica, maturata in una lunga ed entusiasta militanza, che sulle solide radici etiche e culturali della sua tradizione politica e familiare ha saputo sviluppare capacità di governo accompagnata da una naturale predisposizione al dialogo.

Nato a Palermo il 23 Marzo 1964, fratello maggiore di Fabio e Marcello, Marzio è un “figlio d’arte”. Il padre, Giuseppe Tricoli, storico dell’età moderna e contemporanea, è stato uno dei pionieri e dirigenti del Msi prima e di Alleanza Nazionale poi, deputato alla Assemblea Regionale Siciliana per quattro legislature (dal ’71 al ’91). Ma anche un esempio di stile per quel figlio così somigliante nei tratti somatici e al quale trasmetterà quegli ideali di patriottismo, di anticomunismo, di solidarismo sociale, di rispetto dei valori morali, religiosi e familiari che lo avrebbero accompagnato nel suo percorso umano e politico.

Marzio comincia giovanissimo il suo impegno politico nelle file del Fronte della gioventù. Al Liceo classico Vittorio Emanuele II si mette in luce per il suo attivismo, creando un laboratorio culturale alternativo alla sinistra. Eletto rappresentante degli studenti in seno al Consiglio d’istituto e, successivamente, in quello distrettuale, interpreta il disagio di una intera generazione delusa dal mito del ’68, diventando punto di riferimento di molti giovani anticomunisti nel clima infuocato della fine degli anni ’70.Continua a coltivare la propria passione all’interno dell’Università di Palermo dove viene eletto rappresentante degli studenti nelle liste del FUAN e fonda il “Fanalino”, il giornale con cui da voce agli studenti che non accettano l’egemonia della sinistra marxista.

E’ il protagonista indiscusso del rilancio in Sicilia dell’organizzazione universitaria della destra durante la presidenza nazionale di Maurizio Gasparri, con il quale stringe un profondo sodalizio umano e politico destinato ad accompagnarlo per l’intera carriera.In quegli anni decide di prestare servizio di leva come ufficiale di complemento dei paracadutisti. Un’esperienza che ne temprerà ulteriormente il carattere forte e volitivo che lo contraddistinguerà nella sua carriera politica.Nel maggio del 1993 partecipò quale socio fondatore assieme al padre alla costituzione dell’Associazione Donatori Midollo Osseo (ADMO Regione Sicilia) divenendo nel contempo anche lui donatore di midollo osseo, oltre che ad essere donatore abituale di sangue e di piastrine. Nel 1994 viene eletto consigliere provinciale ed in seno alla Provincia regionale di Palermo ricopre la carica di Presidente della Commissione Pubblica Istruzione, turismo, sport e spettacolo.Durante la Presidenza dell’Avv. Francesco Musotto è tra i sostenitori del rinnovamento politico e morale di cui è protagonista quella giunta di centro destra.Ad animarlo è la stessa tensione etica che lo accompagna anche nella sua attività professionale.

Laureato in Giurisprudenza con 110 e lode, comincia la sua attività di avvocato tributario nello studio del Professore Andrea Parlato. E’ amministratore di beni sequestrati ai mafiosi per conto della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.Partecipa al processo per la strage di Capaci come legale di parte civile.Affina la sua conoscenza di una materia, la scienza delle finanze, che di lì a poco dovrà gestire da protagonista della scena politica regionale.Il 16 Giugno 1996 con 6.622 voti conquista infatti il primo posto nella lista di Alleanza nazionale per le elezioni regionali e un seggio nell’Assemblea regionale siciliana dove entra a far parte della Commissione Bilancio.

A 33 anni viene chiamato ad assumere la carica di Assessore regionale al Bilancio e alle finanze nella giunta presieduta dall’On. Provenzano e in quella successiva dell’On. Drago. Gli impegni e le responsabilità crescenti non lo distoglieranno dalle passioni della sua vita: oltre alla politica, la famiglia e il rugby. Sposato con Giuliana Granozzi, insegnante di matematica, ha due figli: Giuseppe, chiamato così in omaggio al nonno scomparso dieci giorni prima della sua nascita; e Ruggero, nato nel 1999.

Quando può porta anche loro sui campi di rugby, dove era stato trascinato giovanissimo dai cugini Antonio e Matteo, e che continua a frequentare, ora che è diventato fiduciario provinciale della Federazione italiana rugby e Presidente onorario del Palermo rugby football, nella convinzione che quello sport, ispirato a principi di lealtà, coraggio e solidarietà di squadra, possa essere una palestra di vita per i giovani, strumento di emancipazione per i ragazzi delle periferie più a rischio, come lo Zen, dove sceglie di creare dei corsi giovanili di avviamento al rugby. Una sensibilità sociale che riflette l’animo e l’impegno nel volontariato della madre Mirella, figlia dello storico palermitano Gaetano Falzone e Presidente regionale dell’Associazione donatori midollo osseo. Il percorso politico di Marzio Tricoli, animato da questi principi e sospinto da un consenso crescente, sembra solo all’inizio.

Il 24 giugno 2001 viene rieletto all’Assemblea regionale siciliana con 8.400 preferenze,risultando ancora una volta il più votato nella file di An. Durante il governo Cuffaro è chiamato a presiedere la Commissione Attività produttive.Il 24 maggio 2002 l’Assemblea del Congresso lo acclama Presidente provinciale di Alleanza nazionale, con il quale apre una stagione di crescita e rinnovamento del partito a Palermo e in Sicilia. La sua ascesa politica si ferma il 18 febbraio 2003. Stroncato dalle esalazioni di una caldaia, Marzio Tricoli muore nella casa di campagna a Castellana Sicula, in provincia di Palermo.Prima di spirare riesce a lanciare l’allarme che salverà la vita alla moglie Giuliana e ai due figli.